La guerra di Heisenberg by Thomas Powers

La guerra di Heisenberg by Thomas Powers

autore:Thomas Powers [Powers, Thomas]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fuoriscena
pubblicato: 2024-05-15T00:00:00+00:00


Gasperi ricordava una conversazione sull’acqua pesante norvegese, avuta con un industriale tedesco nell’aprile o nel maggio del 1943: «Sembra ricordare D20 non usata a scopi biologici. Vaga memoria che la I.G. Farben aveva un po’ di D20».

Questi due commenti furono praticamente le sole informazioni ottenute sulla bomba tedesca nel corso della prima missione Alsos, entrambe raccolte quasi un mese dopo l’arrivo in Italia di Pash. A quel punto, la speranza di conseguire risultati clamorosi si era ormai affievolita. Già a Capodanno, Fisk disse a Pash di essere pronto a partire; era venuto in Italia per parlare con Amaldi e Wick, e non vedeva il motivo di aspettare per un tempo indefinito finché gli Alleati non trovavano il modo di prendere Roma. Questo atteggiamento disfattista risvegliò in Pash il guerriero, che decise di chiedere conto delle promesse del progetto Larson, fattegli da John Shaheen a Washington.

Un paio di giorni dopo Capodanno, Pash spiegò il suo problema al G-2 [capo delle Informazioni] della Quinta Armata, il colonnello Edwin B. Howard, che lo condusse nella sede dell’OSS, in una villa requisita di Caserta, appena fuori Napoli. Qui, Pash fu presentato al colonnello John Reutershan, da poco entrato a far parte di un gruppo di comandanti dell’OSS aggregati alla Quinta Armata. Il colonnello Ellery Huntington, che aveva assunto Moe Berg, era già entrato e uscito nel caos organizzativo che affliggeva l’OSS in Italia. Reutershan portò con sé il suo vicecomandante operativo, il capitano André Pacatte, e insieme questi uomini misero a punto un piano per portare via da Roma Wick e Amaldi in sommergibile. Soltanto un paio di settimane prima, Pacatte aveva usato il sommergibile italiano Aksum per far sbarcare una squadra di quattro agenti vicino a Roma, chiamata in codice «Vittorio».43 Disse a Pash che non sarebbe stato difficile contattare i due fisici a Roma attraverso il movimento clandestino, condurli verso nord in una zona deserta della costa, vicino a Civitavecchia, per poi imbarcarli a bordo del sommergibile. Pash disse che voleva partecipare anche lui, ma fu fermamente respinto: «Colonnello, non possiamo assolutamente far partecipare estranei alle nostre operazioni. È una scelta tattica che non ammette eccezioni».44

L’OSS sarebbe stato felice di sbloccare la situazione non appena Pash avesse risolto un’altra difficoltà: si doveva ottenere l’autorizzazione della marina britannica, che aveva il controllo delle operazioni navali nelle acque italiane, comprese quelle dell’Aksum e del Platino. La cosa era alquanto complessa. Pash aveva fatto del suo meglio per dire il meno possibile sull’Alsos al SOE britannico di stanza a Napoli. Il vicecomandante di Eisenhower, il generale Walter Bedell Smith, aveva comunicato a Pash ad Algeri, a metà dicembre, di ignorare il G-2 di Eisenhower, il generale di divisione britannico Kenneth Strong, per trattare direttamente con il colonnello Howard della Quinta Armata. Smith non diede spiegazioni e Pash non chiese nulla; entrambi conoscevano la regola di Groves sulla bomba: non parlarne agli inglesi.

Ma, ovviamente, i britannici avevano presto rilevato la presenza dell’Alsos a Napoli. Dopo la terza o quarta visita di Bruce Old a un professore



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